Materiality Matrix
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Materiality Matrix: dalla lista dei temi alle scelte che contano

Capita spesso di vedere aziende con elenchi interminabili di temi “tutti importanti”: sostenibilità, innovazione, sicurezza, persone, supply chain, reputazione… tutto insieme, tutto subito. Il risultato? Focus che si perde, iniziative che cambiano direzione alla prima pressione esterna e un uso delle risorse frammentato. È in questi contesti che la Materiality Matrix si rivela decisiva, perché permette di distinguere ciò che conta davvero da ciò che rischia di restare solo rumore di fondo.

Nel nostro percorso, prima di parlare di progetti e KPI, facciamo un passo semplice ma decisivo: mettere ordine. La domanda non è “quali temi abbiamo?”, ma “quali temi contano davvero adesso, per noi e per i nostri stakeholder?”. È qui che entra in gioco la matrice di materialità (Materiality Matrix): un deliverable che trasforma una lista confusa in una mappa leggibile di priorità condivise, utile al board, ai manager e alla comunicazione.

L’obiettivo dell’articolo non è spiegare tutto nei dettagli tecnici, ma mostrare il processo in modo chiaro: quali strumenti servono e perché, dal “chi ascoltare” al “come pesare” i temi, fino a collegarli alla strategia. Tutti i passaggi operativi, con template e guide passo-passo, sono già raccolti nel libro e nel toolkit dedicati; qui vogliamo far capire il perché e il valore.


Cos’è la Materiality Matrix

In poche parole, la matrice di materialità è un grafico che incrocia due prospettive:

  • sull’asse orizzontale c’è la rilevanza per l’organizzazione (quanto un tema incide su strategia, performance e capacità di creare valore);
  • sull’asse verticale la rilevanza per gli stakeholder (quanto quel tema conta per clienti, dipendenti, partner, investitori, comunità, ecc.).

Il risultato è una mappa semplice ma potentissima: in un colpo d’occhio si distinguono i temi davvero critici — quelli che si trovano in alto a destra — da quelli secondari. È un modo per dare priorità condivise, evitando di disperdere energia in fronti che non hanno né impatto reale né interesse strategico.

Tutti i principali modelli di eccellenza sottolineano questa logica:

  • EFQM e Baldrige insistono sull’allineamento tra strategie e stakeholder.
  • L’OEF la integra nel concetto di contesto e identità come primo passo per qualsiasi percorso.
  • Nella nostra RoadMap, la matrice di materialità è uno dei deliverable chiave della Fase 1 relativa alla Consapevolezza e alla strategia, insieme allo Stakeholder Register e al Perception Plan.

In sintesi: non è un esercizio tecnico, ma un punto di svolta che permette alla leadership di concentrarsi su ciò che conta davvero oggi e di costruire consenso sugli obiettivi.


Gli strumenti per costruire la Materiality Matrix

La forza della matrice di materialità sta nel fatto che non è un disegno teorico, ma il risultato di un percorso ben preciso. Prima di arrivare al grafico finale servono infatti alcuni passaggi chiave, ciascuno supportato da strumenti dedicati.

Si parte con lo Stakeholder Mapping, che permette di chiarire chi sono i soggetti che contano davvero per l’organizzazione: clienti, dipendenti, fornitori, investitori, comunità locali. Non tutti hanno lo stesso peso, e non tutti incidono allo stesso modo sul nostro futuro. Questa prima fotografia è fondamentale, perché definisce con chi vale la pena aprire un dialogo strutturato.

Una volta definito “chi conta”, occorre capire cosa conta per loro. Qui entrano in gioco survey, interviste e piattaforme di feedback, che aiutano a raccogliere aspettative e percezioni in modo sistematico. Non si tratta di raccogliere opinioni generiche, ma di mettere a fuoco quali temi ricorrono, quali preoccupazioni emergono e quali opportunità vengono intraviste.

Il passo successivo è dare un peso a questi temi. Nei workshop di prioritizzazione, attraverso votazioni o rappresentazioni visive come le heat map, diventa chiaro dove c’è consenso e dove invece le opinioni divergono. È un momento prezioso non solo per i dati che produce, ma anche perché crea coinvolgimento e confronto tra leadership e stakeholder.

Infine, c’è un passaggio delicato: collegare tutto questo con la strategia dell’impresa. È il compito della cosiddetta Risk & Impact Matrix, che serve a distinguere tra i temi che hanno solo una risonanza momentanea e quelli che incidono davvero sulla capacità di creare valore nel lungo periodo.

Ogni strumento da solo sarebbe insufficiente. È la sequenza logica che fa la differenza:

  • prima si mappa chi conta,
  • poi si raccoglie la voce degli stakeholder,
  • si pesano e si confrontano i temi,
  • infine si valuta l’impatto strategico.

Ed è solo a questo punto che la Materiality Matrix prende forma, diventando una bussola affidabile.


Perché la Materiality Matrix è così importante

Il valore della matrice di materialità non sta tanto nel foglio che la rappresenta, ma in ciò che rende possibile.

Per la leadership diventa una bussola: mostra chiaramente quali sono i temi su cui concentrare tempo, energie e risorse, evitando di disperdersi in un mare di iniziative che sembrano tutte ugualmente urgenti.

Con una matrice di materialità, il board può dire con trasparenza: “Questi sono i temi che contano davvero per i nostri stakeholder e per la nostra strategia. E sono questi che guideranno le nostre scelte nei prossimi anni”. Questo messaggio rafforza la fiducia all’interno, perché le persone vedono coerenza e priorità chiare, e all’esterno, perché gli stakeholder riconoscono che le loro aspettative sono state ascoltate.

Senza una matrice di materialità, invece, il rischio è evidente:

  • strategie che cambiano direzione a ogni nuova pressione esterna,
  • iniziative frammentate che non costruiscono valore duraturo,
  • difficoltà a giustificare le scelte davanti a chi chiede conto delle decisioni.

Per un CEO, avere una Materiality Matrix aggiornata significa poter governare con maggiore lucidità, non solo reagire. Significa trasformare l’ascolto degli stakeholder in una leva di competitività, e rendere più solida la resilienza dell’impresa nei momenti di crisi.

In altre parole: non è un esercizio di responsabilità sociale d’impresa, ma un vero strumento di governo strategico.


Conclusione

La matrice di materialità è uno di quei deliverable che fanno la differenza: semplice da leggere, ma potente per l’impatto che ha sulle decisioni. Dietro c’è un processo fatto di ascolto, confronto e analisi, che richiede metodo e strumenti adeguati.

Per chi guida un’organizzazione, il messaggio è chiaro: non si tratta di un esercizio formale, ma di un passaggio che dà focus, legittimità e coerenza alla strategia.

📌 Nel nostro libro e nel toolkit dedicato abbiamo raccolto tutti i passaggi, i template e gli strumenti necessari per costruire passo dopo passo una Materiality Matrix solida e credibile. Qui volevamo soltanto mostrare perché è così importante e perché nessuna leadership può permettersi di ignorarla.

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